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La pirolisi: fonte energetica rinnovabile

Da molti anni si studiano metodologie e tecnologie per realizzare un processo di pirolisi stabile e privo di emissioni nocive.

 

Le nostre proposte

Esco Veneto in collaborazione con un’azienda Tedesca realizza progetti di smaltimento di vari materiali quali oli esausti o rifiuti solidi urbani o smaltimenti industriali quali fanghi, terreni inquinati, rifiuti speciali, rifiuti ospedalieri, ecc
In particolare è stato interpretato un nuovo approccio al tema della pirolisi con un impianto di cogenerazione da RSU, che realizza la produzione di syngas direttamente da rifiuti indifferenziati, consentendo anche il recupero dei materiali riciclabili e nobili, ma soprattutto realizzando una cogenerazione ad alta efficienza con un pieno rispetto dell’ambiente, riducendo le emissioni a valori assolutamente irrisori, e generando un’elevata quantità di energia primaria.
I “numeri” che contraddistinguono il processo sono assolutamente stupefacenti!
A fronte di una necessità di 100.000 ton/anno di RSU, si realizzano:


  • 55.000.000 kWe/h (55 GWe/h) di energia elettrica
• 250.000.000 kWt/h (250 GWt/h) di energia termica
• un residuo di ceneri inerti da uno 0,5% ad un 10% in base alla composizione del rifiuto
• impatto zero!
• un’assenza totale di emissione di polveri.
 

Tutto ciò significa, in altri termini, trasformare un problema in un’opportunità: il problema dello smaltimento dei rifiuti è diventato improrogabile e esplosivo. Ci si trova davanti ad un degrado intollerabile del territorio e insieme a una forte tensione politico sociale, con l’aperta ribellione delle popolazioni all’apertura di nuove discariche o di nuovi “termovalorizzatori” con il loro forte impatto ambientale e economico. In più si è arrivati a gestire costi di raccolta e smaltimento sempre più onerosi, con una situazione di finanza pubblica compromessa e con una contestuale impossibilità di aumentare l’imposizione fiscale. La pirolisi da RSU contribuisce al risanamento di una parte dei conti pubblici, può contribuire in maniera determinante al “recupero dei siti degradati”, restituendo terreni sanificati, può orientare le associazioni ambientaliste e le popolazioni ad un diverso e più positivo rapporto con le amministrazioni. Fatta questa sintetica premessa, andiamo invece ad esaminare il processo messo a punto da questa azienda per la “Pirolisi da RSU”: il processo prevede l’utilizzo di un impianto di pirolisi di cui l’azienda produttrice detiene il segreto industriale; per il funzionamento ottimale è necessario poter disporre di:


  1. un terreno di circa 30.000 mq, per tutte le necessità dell’impianto
2. una garanzia di fornitura di RSU di circa 100.000 ton/anno
3. un contratto (di concessione?) della durata di non meno di 10 anni (meglio 20)
4. una connessione attiva alla rete, con garanzia decennale di acquisto dell’energia
5. l’approvazione del metodo di smaltimento da parte delle Autorità preposte, considerando che comunque si tratta di un procedimento già utilizzato in ambito UE
6. l’autorizzazione delle competenti Autorità territoriali, per concessione edilizia e quant’altro necessario per la realizzazione delle opere a fronte di tali necessità e garanzie, si avrebbe:
• forte riduzione del costo di conferimento dei rifiuti, che verrebbe portato a circa 25-30 €/ton.
• forte riduzione del costo di raccolta, perché si potrebbe utilizzare la raccolta indifferenziata, con evidenti forti economie di scala
• possibilità di riduzione della TARSU, con evidente vantaggio per tutti
• disponibilità del calore di recupero del processo di cogenerazione, che verrebbe fornito a basso costo all’Ente concedente alle attività industriali interessate
• possibilità di recuperare terreni attualmente destinati a discarica, comprese discariche esaurite, che diventerebbero così miniere di risorse
• eliminazione della necessità di stanziamento di ingenti risorse finanziarie, in quanto l’azienda utilizza risorse proprie.
 

Tutto ciò porta alla conclusione che la realizzazione di impianti di pirolisi da RSU indifferenziati è la più sostenibile e vincente opportunità di soluzione del problema rifiuti.
 
         
  Il tema del recupero degli scarti civili ed industriali è caro alle Esco. In particolare Esco Veneto ha sviluppato negli ultimi anni delle relazioni internazionali che la portano a detenere il Know how per la produzione di impianti in grado di realizzare il miglior recupero degli scarti, che siano essi oli esausti o rifiuti solidi urbani o smaltimenti industriali quali fanghi, terreni inquinati, rifiuti speciali, ecc.    
 

Pirolisi nella storia

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